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DOTT. LAZARE SAMBHAT

Il testo è stato rielaborato ed ampliato a cura della Prof.ssa A. Ghibaudi

Africa laboratorio di Costituzioni: il caso del Gabon

Prima di affrontare il problema della Costituzione del Gabon, prendiamo confidenza con questo paese.

Il Gabon (ou République Gabonaise) è un paese di 267.667 kmq, cioè un paese leggermente meno esteso dell’Italia, ma con una popolazione che si aggira sui 2.000.000 di abitanti, se non teniamo conto di tutti gli immigrati.

Il Gabon si affaccia sul golfo di Guinea, confina a nord con il Camerun, a est- sud/est con il Congo, mentre si affaccia ad ovest sull’Oceano Atlantico, sviluppandosi con circa 800 km di costa.

Il clima, che è equatoriale, conosce due stagioni: quella delle piogge va da metà dicembre a metà maggio; i restanti mesi sono quelli secchi. La foresta e la savana si alternano; il dato che più si percepisce quando si visita il paese è certamente l’alto tasso di umidità, che rende il caldo difficile a sopportarsi.

Il Gabon ha unastoria che affonda le sue radici nelle migrazioni che partendo dal Sahara si sono succedute nei secoli; nell’XI secolo sono i pigmei i primi abitanti del luogo, a cui seguirono poi i bantu (che costituiscono una famiglia linguistica), i fan e i ponguè (abitanti autoctoni di Libreville, l’odierna capitale).

La presenza degli europei risale al 1472 quando i portoghesi si stanziarono sulla costa; sono stati proprio i portoghesi a dare il nome al paese: Gabao (= estuario). Il nome fu poi modificato dai francesi che penetrarono nell’interno. Ai portoghesi e ai francesi vanno aggiunti anche gli olandesi.

Sono stati però i francesi a colonizzare il paese, che era membro dell’A.O.F., cioè dell’Africa equatoriale francese; la capitale all’epoca era Brazzaville ed i francesi si prodigarono per difendere la costa gabonese e per controllarne i commerci.

Ancora oggi è bene ricordare che il paese è filofrancese e che la lingua ufficiale è il francese, affiancato da una miriade di lingue locali parlate dai diversi gruppi etnici; essi sono40, raggruppati in 4 gruppi principali.

L’effettiva indipendenza del Gabon si ebbe il 17 agosto 1969; il 20 settembre dello stesso anno il Gabon diviene membro dell’ONU.

Il Gabon è uno dei paesi più ricchi dell’Africa, segue la Libia e il Sud-Africa per il reddito pro-capite; è produttore di petrolio, manganese e soprattutto uranio. Anche il legname è di qualità particolarmente pregiata.

Per questo motivo è meta di molti immigrati provenienti dai paesi confinanti (Camerun e Congo), ma anche dal Niger,dal Senegal e dal Libano. Stime non ufficiali indicano in 2.000.000 gli stranieri residenti in Gabon, cosa che fa raddoppiare il numero della popolazione.

Il tasso di alfabetizzazione è alto; praticamente solo il 10% della popolazione è analfabeta e si tratta in questo caso di sacche marginali di schiavismo infantile. La scuola e la sanità sono per metà pubbliche e per metà private; il governo fa molto spesso campagne a favore dei giovani, che vengono considerati come una ricchezza. Per esempio a tutti i giovani meritevoli vengono attribuite borse di studio per consentire di frequentare le università all’estero.

La Costituzione

Il Gabon è una repubblica presidenziale su modello di quella francese e la sua Costituzione è un interessante esempio di mediazione tra il modello francese del codice napoleonico, accettato pacificamente dai gabonesiperchè esso ha inglobato gli elementi culturalied etnici locali. Nella società gabonese c’erano norme non scritte, di cui la costituzione però ha saputo tener conto.

In altre parole c’è stato un adattamento alle culture ed alle usanze locali che oggi ci testimonia che un’esportazione della democrazia è possibile a patto che si tenga conto della realtà locale.

Dopo la morte del primo presidente della Repubblica, ci fu un colpo di stato e salì al potere un secondo presidente che istituì il partito unico. In questo caso la scelta del partito unico si dimostrò vincente, perchè consentì di dare stabilità al paese. Dopo un ventennio di partito unico, dal 1990 è stato reintrodotto il multipartitismo.

Ovviamente la Costituzione è stata modificata durante il susseguirsi di mutamenti politici.

Esaminiamo ora alcune tradizioni che si trovano rispettate nel dettato costituzionale

Il matrimonio: è preceduto dallo scambio dei beni, dalla benedizione dei genitori e poi seguito dal matrimonio civile.

La società gabonese è matriarcale ed il grado di parentela si collega all’aspetto matrilineare, per cui i cugini di grado superiore al terzo non si possono sposare tra di loro se appartengono alla famiglia della madre, mentre èpossibile il matrimonio fra cugini di parte paterna. Chi sceglie il nome del primogenito è la madre, anche se questa figura non compare mai direttamente, ma solo attraverso lo zio materno.

La condizione della donna nel Gabonèbuona; le donne hanno gli stessi dirittipolitici degli uomini; attualmente ci sono donne-ministro e siedono in parlamento più donne di quante percentualmente non ne siedano nel parlamento italiano.

La poligamia: dal 1999 è stata reintrodotta ed accettata dallo Stato, che ha istituito 2 diversi tipi di libretti di matrimonio (uno arancione ed uno grigio) a seconda che la coppia scelga o meno la poligamia. Chi all’atto del matrimonio civile non si pronuncia, sceglie implicitamente la poligamia.

La poligamia fa parte integrante della società gabonese ed ha motivazioni legate alla necessità di procreazione; le donne sterili o segnateda problemi di salute potevanoconsigliare al marito di prendersi un’altra moglie, i cui figli venivano accolti in famiglia ed allevati dalla prima moglie. Va ricordato che negli anni ’70, all’epoca dell’emancipazione femminile, ci fu un tentativo per favorire la poligamia femminile, ma la legge non passò.

Religione: in Gabon vige la libertà di culto. Per storia il paese è animista ed oggi la maggior parte della popolazione si definsice o come musulmana/animista o come cristiana/animista o come cattolico/animista. L’attuale presidente è musulmano.

Amministrazione della giustizia: alcuni reati sono ancora oggi giudicati dai tribunali dei villaggi. Il capo villaggio svolge la funzione di giudice durante un dibattimento in cui si alternano i due avvocati scelti dalle parti in causa. Le pene non contemplano il carcere, ma sanzioni morali consistenti nell’emarginazione sociale, considerata gravissima nei villaggi. Se la questione non si risolve davanti al tribunale locale, si ricorre a quello di tipo europeo.

 

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