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Augusto Barbera - Conferenza -
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Augusto Barbera - Conferenza -
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Il non pieno decollo del principio di maggioranza.

Vari i limiti che ostacolano il cammino federale ma particolarmente rilevante è la non piena assunzione del principio maggioritario su cui per una anno si è impantanata la firma del Trattato.Nessun problema per il Parlamento europeo che decide a maggioranza assoluta .Nessun problema per il Consiglio che essendo un organo di indirizzo di norma “si pronuncia per consenso” (art. .I.21) ,vale a dire all’unanimità . Il problema è dato dal Consiglio dei Ministri atteso che in tutte le sue formazioni (tranne in quello della politica estera dove addirittura agisce all’unanimità) esso opera a maggioranza qualificata,vale a dire con il voto del 55% dei membri (purché non inferiori a quindici ) rappresentanti stati che totalizzino almeno il 65% della popolazione dell’ Unione (ma se non sono contrari quattro membri del Consiglio la maggioranza si intende comunque raggiunta).Nel caso in cui il Consiglio non deliberi su proposta della Commissione o del Ministro degli esteri per maggioranza qualificata si intende almeno il 72% dei membri del Consiglio che raggiungano almeno il 65 % della popolazione.

In queste condizioni la capacità decisionale dell’Unione è fortemente compromessa e lo è ancora di più laddove è prevista la unanimità.

Perché è importante il principio di maggioranza anche sul piano dei principi ? E’ vero: è solo una tecnica decisionale, però una tecnica decisionale connaturata al costituzionalismo moderno.Le tecniche decisionali sono – come è noto - essenzialmente quattro: in primo luogo il principio dell’unanimità,proprio del diritto internazionale. In secondo luogo, il principio della sanior pars, vale a dire la decisione rimessa ai più saggi: è il principio cui è informato il diritto canonico o cui sono informate le società aristocratiche.E’ un principio per il quale i voti vanno pesati ,non contati. In terzo luogo. il principio del sorteggio, seguito ad Atene, o nelle repubbliche fiorentina e soprattutto veneta. Infine la quarta tecnica decisionale:il principio di maggioranza. Il principio di maggioranza è proprio delle Costituzioni ispirate alla sovranità popolare perché , a differenza di altri criteri di decisione, presuppone una cittadinanza comune, presuppone cioè che una parte possa restare minoranza, senza che questo determini conflitti insanabili o laceranti. E infatti, il principio di maggioranza è proprio delle comunità politiche a fini generali, mentre non è normalmente praticato nell’ordinamento internazionale, perché gli interessi di cui ciascun Stato è portatore non sono in linea di principio sacrificabili, sono semmai componibili mediante una trattativa.Solo in via eccezionale è un principio del diritto privato; perché in esso, con l’eccezione di talune società o istituzioni , si presuppone la prevalenza degli interessi privati e semmai, appunto, il componimento mediante trattativa. Come sappiamo uno dei motivi che portò alla guerra di secessione nella federazione degli Stati Uniti è proprio il tema della maggioranza. John Calhoun con la teoria delle “concurrent majorities” cercava di salvare l’autonomia degli Stati del sud. D’altro canto è una vicenda già attraversata in Europa; il principio di maggioranza si afferma nel collegio che deve eleggere l’imperatore con la bolla d’oro di Carlo IV di Lussemburgo nel 1356; si afferma nel momento in cui quel collegio ritiene di essere non il luogo in cui si radunano dei sovrani, ma una corporazione in grado di esprimere una volontà che trascende la volontà dei singoli componenti . L’unanimità è, nelle tradizioni costituzionali, il sintomo di un processo incompiuto di unificazione. E’ espressione della volontà di un collegio di non riconoscere autonomia al collegio stesso e di mantenere invece una logica contrattualistica. Il famoso liberum veto della Dieta polacca era appunto espressione di una nazione che non riusciva a darsi una unità politica mentre il “dissentimiento” delle province spagnole precede l’autorità regia, l’autorità assoluta del re. Non a caso il principio di maggioranza regredisce con la guerre di religione e la formazione di Corpi separati (Corpus catholicorum e Corpus evangelicorum oppure il Corpus germanorum e il Corpus Slavorum). Ecco, questo è il problema vero , quello che distingue la “volontè gènèrale” dalla “volontè de tous”,quel principio di maggioranza –come rilevarono subito Condorcet e Sieyès- su cui si regge una democrazia liberale. E’ il principio di maggioranza che determina il discrimine fra i “nuncii” e i “rappresentanti “in un’assemblea.


 

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